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Ambito Contenzione

“Contrastare la contenzione” è un obiettivo raggiungibile, è un modo per mirare alla “qualità di vita”

La Contenzione

Soltanto da alcuni anni, in ambito sanitario e giuridico, si è percepita l’esigenza di affrontare in maniera trasparente e sistematica un aspetto dell’assistenza di cui per lungo tempo si è discusso con imbarazzo, spesso sull’onda dell’emotività dovuta a fatti di cronaca: stiamo parlando della contenzione della persona assistita. Il termine “contenzione” ha un significato ampio, che si può riassumere nell’azione finalizzata a controllare, limitare, ridurre o escludere i movimenti di una persona o, comunque, a condizionarne il comportamento. La pratica della contenzione ha assunto carattere routinario nelle RSA, adducendo motivi legati alla sicurezza dell’ospite. La letteratura internazionale, tuttavia, sta mettendo in discussione tali motivazioni, evidenziando nello stesso tempo come la contenzione sia fonte di disagio psicologico, sentimenti di paura, ansia, disgusto, intolleranza, rabbia, umiliazione, disperazione, rassegnazione, depressione.

“Contrastare la contenzione” è un obiettivo raggiungibile, è un modo per mirare alla “qualità di vita”, 

è uno stile di lavoro “di eccellenza” in quanto presuppone di far propria una prospettiva

fondamentale per una Struttura che offre servizi alla persona: mettere l’ospite al centro dell’organizzazione!

Docenti:

Sonia MARTINOTTA – Fisioterapista, formazione specifica in fisiopatologia dell’invecchiamento, esperienza decennale in ambito geriatrico.

Federica VIGNAGA – Psicologa, formazione specifica in psicologia gerontologica, esperienza decennale in ambito geriatrico.

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